CITIZEN SCIENCE, ovvero la scienza dei cittadini

di Marco Picarella

 

Per CITIZEN SCIENCE s’intende la ricerca scientifica basata sul coinvolgimento diretto delle comuni persone.
Ma com’è possibile, ci potremmo chiedere; non bastano gli scienziati qualificati a fare ricerca?

In realtà non sempre è così perché siamo giunti ad un livello così talmente complesso della ricerca scientifica per cui le attuali risorse sia in termini di personale che di mezzi, non sono sempre più sufficienti.

Ecco allora che un qualunque “cittadino” può dare il suo contributo, sempre beninteso all’interno di un contesto rigorosamente scientifico.

Nasce in questo modo una precisa e solida alleanza tra scienziati e semplici appassionati che vogliono spendere il loro tempo a vantaggio della ricerca scientifica e ampliare il campo della conoscenza umana.

Non è necessario avere una laurea specifica in un settore scientifico per poter partecipare ai progetti di citizen science; basta avere essenzialmente un vivo interesse e seguire le indicazioni degli esperti.

Questo contributo si esplica attraverso degli strumenti di facile uso, che quindi possono essere gestiti da chiunque, come ad esempio le app installabili sullo smartphone.

Un primo esempio di citizen science è nello studio della biodiversità. Sappiamo ormai tutti che uno dei fenomeni che sta affliggendo in questi anni il nostro pianeta è la riduzione di specie animali e vegetali, comportando gravi conseguenze ecologiche su scala locale e globale.

Progetti come iNaturalist oppure Pl@ntNet nascono appunto con l’intento di diffondere la cultura della biodiversità a partire dall’osservazione in campo. A tale scopo in entrambi i casi sono state sviluppate e messe a disposizione di chiunque specifiche app per smartphone (link riportati in fondo). Quando andiamo a fare una passeggiata fuori città, ma anche all’interno del parco comunale, e notiamo la presenza di qualche specie animale o vegetale interessante, possiamo scattare una foto e condividerla con l’intera comunità che aderisce al progetto; in questo modo contribuiamo a definire la distribuzione geografica delle specie o anche di segnalare nuove presenze mai viste prime (è il caso degli scoiattoli nella mia città, Padova). In aggiunta l’app di Pl@ntNet è dotata di un software di riconoscimento delle piante davvero potente che ci consente di conoscere il suo nome specifico, anche senza essere provetti tassonomisti.

Il rigore scientifico di questi progetti è garantito da prestigiose istituzioni di ricerca a cui i progeti fanno capo. Ad esempio iNaturalist è un’iniziativa della California Academy of Sciences e dal ben noto National Geographic Society. Dal canto suo Pl@ntNet è un’inizitiva di Floris’Tic, a cui aderiscono istituzioni scientifiche dell’area francofona; inoltre Pl@ntNet è diventata parte attiva di Encyclopedia of Life (eol), un database a livello planetario degli organismi viventi.

Rimanendo all’interno delle scienze della vita, esiste un altro settore in cui è particolarmente attiva la scienza dei cittadini. Si tratta della biologia molecolare che studia le macromolecole presenti nelle nostre cellule, come le proteine e gli acidi nucleici. Oggi le ricerche per scoprire la struttura di queste molecole o anche per definirne di nuove, come avviene in farmacologia, sono diventate molto dispendiose e non bastano più neanche i più potenti elaboratori; la scienza quindi si affida anche al contributo di semplici cittadini, sfruttando uno strumento che ha una larghissima diffusione e che attira milioni di utenti: il video-gioco. Potrebbe sembrare strano ma importanti istituti di ricerca hanno elaborato dei video-giochi sulla struttura delle molecole della vita, consentendo a tantissime persone di partecipare alla scoperta di una particolare conformazione tridimensionale di catene polipeptidiche oppure dell’arraggiamento di un filamento di RNA messaggero. Si tratta di una semplice attività ludica e all’inizio non è richiesta alcuna conoscenza specifica; basta solo provare combinazioni diverse finchè non si trova quella giusta.

Ci sono due esempi di questo tipo:

  • fold.it – è un progetto di citizen science dedicato alle proteine e il principale obiettivo che si pone è di scoprire la struttura delle proteine, in particolare quella tridimensionale; una catena di aminoacidi infatti può avvolgersi (da cui il nome in inglese del progetto – fold) in un numero astronomico di possibili configurazioni, soprattutto se costituita da tante unità (gli aminoacidi). Il progetto mira anche a identificare nuove proteine per la cura di malattie. fold.it  è stato sviluppato da diverse università del nord america, tra cui University of Washington e University of Massachesetts. Consiste di un’applicazione che si scarica dal sito per essere installata localmente (versioni Windows, Mac e Linux). Si parte con un tutorial per permettere di prendere dimestichezza con il gioco; alcuni passaggi sono facili, altri un po’ meno, ma si risolvono ugualmente con tanta perseveranza (quanti di noi l’hanno avuta per arrivare all’ultimo livello del nostro video-gioco preferito?) oppure con l’aiuto di altri utenti, riportando il proprio problema all’interno del forum. Quest’ultima condizione è in effetti una delle caratteristiche peculiari della scienza dei cittadini: entrare a far parte di una grande comunità di utenti, alcuni esperti, altri meno, che si aiutano a vicenda per il progresso scientifico. Nel sito sono elencate diverse pubblicazioni scientifiche che riguardano il progetto a testimonianza del suo alto valore scientifico.
  • Eterna – è un’inizitiva di citizen science per studiare le complesse molecole di RNA, aiutando gli scienziati a sviluppare medicine basate sull’RNA e combattere malattie globali. Si tratta evidentemente di un tema di grandissima attualità; c’è infatti una specifica campagna, OpenVaccine, che ha l’obiettivo di mobilitare proprio la comunità di Eterna al fine di progettare un vaccino stabile a mRNA contro il Covid-19. Si può giocare sia online che con un’app per dispositivi mobili (link riportato in fondo).

Una volta provati, si può comprendere bene il fatto che questi video-giochi non si limitano ad essere un’attività ludica, ma hanno anche una forte finalità didattica, perché spingono l’utente a conoscere sempre meglio e più in profondità i contenuti scientifici che sono alla base del gioco. Quindi varrebb la pena per i docenti, soprattutto di scuole superiori, provare ad adottare questa modalità didattica per invogliare i propri studenti ad appassionarsi di più a queste materie. 

Per altre informazioni sulla scienza dei cittadini e per trovare anche un progetto a cui si vorrebbe partecipare, si consiglia il sito di SciStarter, che ha come motto “La Scienza che possiamo fare insieme”

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