Nell’ambito dell’Alternanza Scuola-Lavoro siglato tra la Fucina delle Scienze e il Liceo Cattaneo di Monselice, tre studentesse del terzo anno, Francesca Bassan, Anna Candeo e Kamila Halili, hanno seguito la presentazione di mBot tenuta da una rappresentante dell’azienda produttrice che è venuta a far visita al Liceo Cattaneo direttamente dalla Cina, grazie alla mediazione di Pierluigi Lanzarini di Campustore.

Qui di seguito viene presentato il loro resoconto, mentre qui sono pubblicate le foto.

 

«Il 23 maggio 2017 abbiamo partecipato a un incontro con Li Evans di Makeblock Co. Ltd, una startup di robotica nata nel 2013 e che ha la sua base a Shenzen in Cina. Si tratta dell’azienda che produce gli mBot.

Innanzitutto il professor D’Ambrosio ha tenuto una breve lezione dimostrando come, con il movimento del robot in avanti e indietro, si possa studiare il moto oscillatorio del pendolo.

Dopodiché ha preso la parola Li Evans che ci ha spiegato gli scopi della sua azienda: perché produce gli mBot, che finalità educative e didattiche hanno, in che modo possano adattarsi e integrarsi con il classico metodo di insegnamento. Infatti, ha espresso il suo apprezzamento per la lezione tenuta dal nostro professore. Inoltre, ci ha fatto riflettere su come la programmazione del robot (tramite linguaggio a blocchi, mBlock) sia un valido metodo per acquisire capacità di ragionamento e logica.

Li Evans ci ha poi mostrato alcuni video in cui si utilizzavano i robot (dove venivano impiegati come stampati 3D) e, verso la fine dell’incontro, ci ha mostrato Airblock, un robot in grado di volare. Esso viene controllato dall’applicazione mBlock su tablet e i suoi movimenti seguono l’inclinazione di quest’ultimo. È costituito da componenti magnetici che possono esser assemblati facilmente. Ci ha offerto numerosi spunti sul suo utilizzo: potrebbe servire al calcolo della pressione atmosferica ad alta quota o in acqua, o dell’accelerazione di gravità.

Abbiamo poi avuto modo di parlare con lei e rivolgerle alcune domande sulla sua azienda e sui suoi corsi di studio effettuati in Cina. Ci ha detto che ha iniziato a imparare la programmazione da sola con l’applicazione Scratch, la stessa utilizzata da noi a inizio anno scolastico. Poi si è appassionata e ha iniziato a creare programmi sempre più difficili. “Prima, quando a casa avevo la luce che si spegneva e accendeva da sola, pensavo che fosse una cosa molto all’avanguardia. Imparando a programmare, mi sono resa conto di quanto fosse facile e, con Arduino, me la sono fatta da sola!” ci ha confessato.

Abbiamo quindi avuto degli stimoli su come poter utilizzare questi programmi e dispositivi non solo per divertimento, ma anche per studiare. Inoltre, ci è piaciuto esserci confrontate con una persona da un lato simile a noi poiché era molto giovane, ma dall’altro appartenente a una realtà culturale e didattica completamente differente dalla nostra. Infatti, oltre ad utilizzare i robot abbiamo avuto la possibilità di parlare in lingua inglese. E di sapere il suo pensiero riguardo a questi nuovi strumenti per il nostro futuro».

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